Numero chiuso medicina: irregolarità nei test

CONSULCESI: «SUBITO RIFORMA DEL NUMERO CHIUSO»

Numero chiuso: Medici in fuga all’estero per imbuto formativo e irregolarità nei test, persi 10 mila camici in 10 anni 

Massimo Tortorella, Presidente Consulcesi: «Bene le parole del vicepremier Salvini, ma ai buoni propositi seguano i fatti e si cambino le regole fin dal prossimo anno accademico»

In Italia è boom di medici (e aspiranti tali) con la valigia, pronti a lasciare il nostro Paese perché all’estero l’accesso alla professione è più meritocratico, dall’iscrizione alla facoltà di Medicina fino alla specializzazione, senza dimenticare condizioni di lavoro sicuramente più attrattive, a livello retributivo ma non solo. Oltre 10mila camici bianchi italiani nell’arco di 10 anni (dal 2005 al 2015, secondo dati Enpam-Eurispes) hanno già messo lo stetoscopio nel trolley e, senza un deciso cambio di rotta, il numero è sicuramente destinato ad aumentare.

Mentre il dibattito politico sul tema del Numero Chiuso torna di stringente attualità, anche per le recenti parole del vicepremier Matteo Salvini, crescono i dubbi tra i tanti aspiranti medici che sono in attesa di sapere se anche loro dovranno affrontare la temibile lotteria dei quiz: nel 2018 furono più di 67mila, con 1 solo posto a disposizione ogni 6 candidati. «In questi giorni siamo stati sommersi dalle telefonate – spiega Massimo Tortorella, Presidente di Consulcesi, network legale leader nella tutela dei medici e di chi aspira a diventarlo – perché, mai come quest’anno, c’è troppa incertezza sulle modalità di ingresso alle facoltà di Medicina. Il timore – sottolinea Tortorella – è che non cambi nulla, continuando con una modalità di selezione che ha già mostrato numerose lacune in termini non solo di meritocrazia, ma anche di regolarità formale: ogni anno siamo accanto ai candidati penalizzati, e i ricorsi in Tribunale sono in aumento, così come le pronunce in loro favore».

«Bene, quindi, le parole del vicepremier Salvini, – conclude Massimo Tortorella – ma ai buoni propositi devono seguire i fatti: è necessario imprimere un’accelerazione ai lavori parlamentari in modo da superare il Numero Chiuso per le facoltà di Medicina fin dal prossimo anno accademico, senza lasciare migliaia di studenti in un limbo inaccettabile, perché si tratta del futuro professionale di chi ricoprirà un ruolo fondamentale nella tutela della nostra salute».

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Sport all’aria aperta quando fa freddo?

SPORT ALL’ARIA APERTA ANCHE NEI GIORNI DELLA MERLA? LO SPECIALISTA DI CONSULCESI CLUB SFATA I FALSI MITI

Il professor Leonardo Calò, Direttore UOC di Cardiologia del Policlinico Casilino e docente dei corsi di Consulcesi Club, spiega perché è importante affrontare il calo delle temperature e non interrompere la propria attività fisica: «Le soluzioni per tenersi in forma anche nei mesi più freddi e piovosi ci sono, basta fare tutto con intelligenza»

Nei giorni più freddi dell’anno, i cosiddetti “Giorni della Merla”, anche chi è abituato a praticare attività fisica all’aperto rischia di farsi demotivare da basse temperature e clima avverso. Eppure, c’è più di un buon motivo per alzarsi dal letto, coprirsi bene e affrontare il freddo per fare un po’ di sport: Consulcesi Club, realtà di riferimento per oltre 100mila medici, in collaborazione con il portale web Sanità Informazione, ha voluto sfatare i falsi miti e stilare un utile vademecum grazie al professor Leonardo Calò, Direttore UOC di Cardiologia del Policlinico Casilino.

SERVE CONTINUITÀ NELLO SPORT. Molto spesso accade che una persona tenda a fare il possibile per tenersi in forma in estate, o comunque in condizioni climatiche favorevoli. Nelle giornate un po’ più fredde o con pioggia, la stessa persona tenderà a mollare e a rimandare tutto a quando il tempo sarà più idoneo. Questo è un atteggiamento molto negativo perché la continuità dell’attività fisica è uno degli aspetti più impattanti per la nostra salute.

L’ARIA APERTA CI FA BENE. Se l’attività fisica viene fatta all’aria aperta in luoghi come boschi o prati, l’organismo umano risente positivamente dell’impatto dell’ossigenazione, per cui senza dubbio è da preferire rispetto all’attività svolta al chiuso.

NO AGLI EROISMI. Non c’è bisogno di prestazioni ‘eroiche’. Basta un’attività moderata come lunghe passeggiate a passo veloce o jogging.

MAGGIORE ATTENZIONE ALLA FASE DEL RISCALDAMENTO. In presenza di basse temperature la fase del riscaldamento deve essere curata con più attenzione, al fine di evitare strappi muscolari e problemi simili. Con un riscaldamento della durata di una decina di minuti, riusciremo ad avere una vasodilatazione arteriosa adeguata e il nostro sangue potrà distribuire ai muscoli una portata di flusso idonea.

L’IMPORTANZA DEL GIUSTO ABBIGLIAMENTO. È necessario coprirsi bene e farlo a strati. Il classico keeway va benissimo in condizioni metereologiche mutevoli o quando piove, ma si può anche provare a munirsi di coperture che possono essere tolte durante il tragitto. È ovvio che quando il tempo è molto cattivo è consigliabile non uscire per evitare di bagnarsi per strada e magari ammalarsi successivamente. Il rischio per la salute, in questo caso, non è tanto il freddo in sé, quanto lo stare accaldati e bagnati in una zona ventilata. Il consiglio dunque è di evitare situazioni del genere e di coprirsi rapidamente e farsi una doccia calda.

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