Dalla conclusione della Relazione sull’Amministrazione della Giustizia 2019, esposta in tempi recenti dal Ministro della Giustizia Alfonso Bonafede, è emerso che l’istituto della mediazione non porta i frutti sperati nella risoluzione delle controversie medico – paziente, in relazione alla questione della responsabilità sanitaria. Pertanto, l’istituto della mediazione è stato eliminato dalla delega del disegno di legge della riforma della giustizia civile, che Bonafede ha presentato lo scorso 5 dicembre, in seno al Consiglio dei Ministri. Nonostante questo dato sfavorevole, la relazione annuale ha mostrato comunque un significativo calo dei processi civili in corso di fronte agli organi di giustizia, anche se resta il problema della loro eccessiva durata. Inoltre, altra criticità importante resta l’adeguatezza delle Alternative Dispute Resolution (ADR – Risoluzione Alternativa delle Controversie), soprattutto nel settore della responsabilità sanitaria. Infatti, la legge consente di avvalersi della mediazione per responsabilità medica, evitando il giudizio. La relazione mette in luce come l’istituto della mediazione permetta il raggiungimento di un accordo su questioni quali i Diritti reale, il Comodato ed i Patti di Famiglia. In tematiche come i Contratti bancari, finanziari, assicurativi ed il Risarcimento danni per responsabilità medica, invece, il raggiungimento dell’intesa è obiettivo più complesso. Dalle conclusioni della Relazione annuale sull’Amministrazione della Giustizia 2019, dunque, emerge come la causa principale che impedisce la risoluzione pacifica dei contenziosi è la mancata volontà degli attori coinvolti nel voler individuare una soluzione condivisa. Il Governo pare abbia imboccato un percorso opposto a quello indicato e preferito dall’Unione Europea che, a tal proposito, incoraggia alla messa in atto di Alternative Dispute Resolution sempre più performanti, al fine di ottenere i migliori esiti. Anche l’iter previsto dal sistema 696 bis del Codice di Procedura Civile, in tema di Accertamento Tecnico e Ispezione Giudiziale, non riesce a perseguire gli obiettivi previsti, a causa dei costi eccessivi, dei tempi lunghi, delle difficoltà emerse dal procedimento e dall’assenza della Compagnie assicurative. Il quadro si completa con il richiamo del Primo Presidente della Corte di Cassazione che, all’interno della sua relazione annuale, menziona velatamente che i decreti sulla Legge Gelli non sono stati emanati, sottolineando dunque, l’inadeguatezza e l’assenza delle istituzioni in relazione ad una questione così stringente.