Storia dell’arte e disabilità: il progetto di inclusione a due vie di Divertitempo e Fondazione Consulcesi

“Insieme nella storia” è il progetto di Divertitempo sostenuto dalla Fondazione Consulcesi che unisce bimbi con disabilità cognitive e no, portandoli a visitare luoghi dell’arte e favorendo integrazione nel gioco. Ne abbiamo parlato con la psicologa e coordinatrice Giulia Demofonti Camminare insieme alla scoperta della storia mentre si coltiva il seme di una società adatta a tutti, in cui nessuno viene lasciato indietro. Potremmo riassumerlo così il progetto d’integrazione realizzato dalla onlus Divertitempo e sostenuto da Fondazione Consulcesi, “Insieme nella storia”, che vede come protagonisti bambini e ragazzi con disabilità cognitive e i loro amici normodotati. Da Palazzo Venezia a Castel Sant’Angelo, passando per i percorsi della Street Art capitolina e il battello sul
fiume Tevere, i ragazzi vengono accompagnati da un team di professionisti in un percorso di otto appuntamenti dedicati alla scoperta delle bellezze del territorio di Roma e provincia.
“Un’occasione non solo per regalare ai giovani un momento di arricchimento culturale fuori dalle mura scolastiche ma soprattutto personale. Attraverso momenti di svago come quelli ideati con questa iniziativa sono tanti i valori che possono essere trasmessi, non solo da adulto a bambino, ma anche tra coetanei”, racconta Giulia Demofonti, psicologa della onlus Divertitempo e coordinatrice del progetto Insieme nella Storia. Abbiamo chiesto a Giulia Demofonti di raccontarci di più del progetto di Divertitempo.

Qual è il suo impegno per i ragazzi?
«La mia idea di disabilità è che sia una caratteristica dell’individuo e non una mancanza da riempire. L’approccio riabilitativo che si effettua su molti ragazzi con difficoltà cognitive è utile e fa raggiungere obiettivi minimi, ma non si può partire solamente dal presupposto che ci si trovi di fronte ad uno stato deficitario».
Qual è il plus del progetto ‘Insieme nella storia’?
«Il valore aggiunto del progetto è far avvicinare i ragazzi e i compagni alle ricchezze del territorio con un approccio a km 0, come da manifesto della Onlus Divertitempo. Si esce dalle mura scolastiche nelle quale i ragazzi con disabilità vengo messi su un piano giudicante, performativo, uscendo dal contesto che limita le interazioni ludiche».
Perché ‘inclusione a due vie’?
«Numerosi studi dimostrano che con il passaggio dal cognitivo al pratico, come un’attività all’aperto, l’arricchimento è immediato per tutti. I ragazzi con disabilità si sentono accettati e migliorano le proprie abilità. Anche per i compagni di classe è un’esperienza formativa perché li responsabilizza a prendersi cura dei propri amici e perché gli si fa conoscere un aspetto sconosciuto della disabilità: saper ammirare un’opera d’arte, riuscire ad attraversare la strada, ridere insieme fuori dalla scuola».

Consulcesi – Massimo Tortorella

Violenze a operatori, dal 2021 boom richieste di aiuto a Consulcesi

“Il periodo 2021-2022 per gli operatori sanitari” vittime di aggressioni “è stato un biennio nero e i primi mesi di quest’anno non sembrano aver segnato un cambio di tendenza. Sono aumentate dal 40% al 50% le segnalazioni e le richieste di aiuto che arrivano ai legali di Consulcesi”. Così Massimo Tortorella, presidente Consulcesi, in occasione della Giornata nazionale contro la violenza nei confronti degli operatori sanitari e sociosanitari (12 marzo), fenomeno sempre più preoccupante. “Per celebrarli, dobbiamo proteggerli”, è il  messaggio lanciato da Tortorella che ricorda quanto lavoro ci sia dietro il telefono rosso 800.620.525, attivato dal 2020 quale supporto specializzato per tutti i lavoratori della sanità che hanno subito delle aggressioni e non sanno come tutelarsi.
“Ci chiedono suggerimenti e consigli per tutelarsi dinanzi a situazioni che possiamo definire ‘borderline’ – segnala Tortorella – Molti lavorano nonostante la paura e vogliono capire quali strumenti hanno a disposizione per difendersi da eventuali attacchi verbali o addirittura fisici”.
Consulcesi – riporta una nota – mira a sostenere e supportare gli operatori sanitari ai primi segnali di rischio, prima cioè che diventino protagonisti dei tristi eventi di cronaca che si leggono ormai quasi ogni giorno sui
giornali. “In quest’ottica stiamo continuando a investire per ampliare il catalogo di formazione Ecm dedicato al counselling – sottolinea il presidente – e al rapporto medico-paziente, convinti dell’importanza di imparare a gestire e disinnescare situazioni complesse e complicate prima che degenerino”. Nel frattempo Consulcesi, che ha accolto positivamente l’annuncio dell’apertura di presidi di polizia negli ospedali, nonché l’ipotesi di rivedere i calcoli per il fabbisogno di medici, si impegna ancora una volta a seguire e a monitorare affinché vengano rispettati gli impegni presi: “Il nostro impegno, che è poi da sempre la nostra vocazione – conclude Tortorella – è quello di aiutare e sostenere chi ogni giorno si prende cura di noi e dei nostri cari”.

Giornata Mondiale della Disabilità 2022

OMS: Entro il 2050 1 persona su 4 affetta da perdite uditive

Consulcesi e gli esperti dell’associazione Emergenza Sordi: “necessaria formazione del personale sanitario per una migliore assistenza delle persone affette”

Roma, 2 dic. 2022“Se c’è un luogo dove più di altri nessuno dovrebbe essere lasciato indietro è l’ospedale e tutti gli altri luoghi dedicati alla cura e all’assistenza”, riflette Luca Rotondi, presidente dell’associazione Emergenza Sordi APS, che in occasione della Giornata Mondiale della Disabilità, celebrata ogni anno il 3 dicembre, torna a ribadire con Consulcesi l’importanza di formare il personale sanitario per individuare e comunicare con le persone sorde o con problemi d’udito.

È proprio l’impegno a ‘non lasciare nessuno indietro’ il focus dell’Agenda 2030 dell’ONU che dedica la Giornata di quest’anno alla “trasformazione verso una società sostenibile e coinvolgente per tutti”.

“Una società più equa, inclusiva e sostenibile, e che quindi garantisca dignità, diritti e benessere per tutti si fonda in primis sullequo accesso alle cure. E purtroppo questo non è, ancora, sempre il caso quando la persona in cerca d’assistenza è sorda”, continua Rotondi, esperto in comunicazione che con Consulcesi, azienda italiana leader nella formazione ECM, propone un corso per fornire ai professionisti della salute le conoscenze necessarie per poter interagire con il paziente sordo in situazione emergenziale e non. 

Con circa 7 milioni di persone in Italia con problemi di udito più o meno gravi, di cui ben 45mila sorde (pari all’11% della popolazione complessiva), e di fronte alle stime dell’OMS che parlano di 1 persona su 4 affetta da perdite uditive entro il 2050, preparare il SSN alla comunicazione e alla gestione con le persone affette da sordità appare ormai una necessità impellente/improrogabile.

Nasce così, dal desiderio di infrangere il soffitto di cristallo che ancora oggi si frappone tra le persone sorde e delle cure adeguate e tempestive il corso multimediale “In reciproco ascolto. Interagire con il paziente sordo in situazione normale e di emergenza”, realizzato grazie alla collaborazione con gli esperti dell’Associazione Emergenza Sordi APS e disponibile fino al 31 dicembre, termine ultimo per l’acquisizione dei crediti formativi obbligatori previsti per il triennio 2020-2022 per tutti gli operatori sanitari. 

“Soprattutto in contesti emergenziali, dove la comunicazione deve essere quanto più efficace, con la persona sorda può risultare complessa a causa di una serie di pregiudizi e concetti sbagliati e più generale di una mancanza di formazione in materia”, spiega ancora Rotondi che nel corso insegna a riconoscere le caratteristiche della persona sorda in base ai comportamenti fisici e psicologici, a distinguere i diversi tipi di sordità, a interagire con semplici regole e attraverso l’uso delle molteplici App ora disponibili: da “Spread the sign”, il più grande dizionario di lingue dei segni al mondo, a “Where are U” collegata alla Centrale unica di risposta Nue 112 e “Municipium” collegata alle Sale Operative della Polizia Locale dei Comuni aderenti per risparmiare tempo prezioso in situazioni di emergenza, fino a “Comunica con tutti” la WebApp che utilizza simboli semplificati di immediata comprensione, la tecnologia può contribuire notevolmente a migliorare le cure “ma al centro sia messa sempre la persona e l’interazione con questa”, conclude Rotondi.

Consulcesi – Massimo Tortorella