Miopia: ne soffrono 15 mln di italiani, se trascurata aumenta rischio glaucoma

Mazzacane (esperto Consulcesi): “Necessario rafforzare prevenzione con formazione medico-sanitaria”

In occasione della Giornata mondiale della vista il nuovo corso Consulcesi su patologie e terapie innovative in età pediatrica

Roma, 10 ott. – “Proteggere l’apparato visivo è fondamentale, ma in Italia manca la cultura della prevenzione e ancora troppi sottovalutano i rischi correlati alla progressione delle miopie”. A dirlo è Danilo Mazzacane, medico specializzato in Oftalmologia, vicepresidente della Commissione Difesa Vista Onlus, che in occasione della Giornata mondiale della vista del 13 ottobre con Consulcesi lancia il nuovo corso di formazione ECMIncremento della miopia in età pediatrica: eziopatogenesi e terapie innovative”.

A preoccupare gli esperti non solo la diffusione “epidemica” della miopia – che solo in Italia interessa 15 milioni di persone e che secondo l’OMS interesserà il 50% della popolazione mondiale entro il 2050 -, ma le molteplici complicanze che possono innescarsi a seguito di un peggioramento della patologia.

“Non diagnosticare e trattare tempestivamente le miopie può portare ad un aumento del rischio di patologie oculari come la cataratta, il glaucoma, e le affezioni retiniche”, spiega ancora Mazzacane che nel corso multimediale aperto a tutti i professionisti della salute ribadisce l’importanza di “puntare sulla prevenzione”.

“Dobbiamo rafforzare i servizi territoriali a difesa della vista con più screening e un’azione di educazione sanitaria che parta in primis dalle scuole e dai più giovani”, aggiunge Mazzacane che invita i camici bianchi ad aggiornarsi sulle ultime novità in termini di strategie terapeutiche ma anche in relazione alle nuove cause dietro il preoccupante aumento di casi di miopia e delle altre patologie che colpiscono l’occhio.

Ribadire l’importanza di spendere più tempo all’aria aperta, ma anche una corretta alimentazione e regolamentare l’utilizzo di dispositivi elettronici e schermi, queste le principali raccomandazioni di Mazzacane che però ricorda “vederci 10 decimi non significa necessariamente avere l’apparato visivo integro perché possono esserci altre patologie, come la retinopatia diabetica, non ancora manifeste”, quindi “fondamentale sottoporsi a screening visivi e se necessario a successivi esami oculari”, conclude l’oculista che nel corso ribadisce l’importanza della collaborazione interprofessionale e multiprofessionale e in particolare il ruolo di pediatri e medici di famiglia nella prevenzione delle patologie dell’occhio. 

L’innovazione tecnologica in ambito farmacologico e ottico-biomedico, ma anche la telemedicina, possono fornire nuove strategie per contrastare l’insorgenza della miopia e delle altre patologie dell’apparato visivo, è quindi necessario partire da un’adeguata preparazione degli utilizzatori di queste innovazioni”, conclude Mazzacane.

Massimo Tortorella

Test Medicina: 3 studenti su 4 “bocciati”, ma con il ricorso è possibile rientrare

Una recente sentenza del Consiglio di Stato ha accolto il ricorso di un gruppo di   aspiranti medici, esclusi alla selezione iniziale, ammessi alla facoltà di Medicina con riserva. Grazie al sostegno degli avvocati di Consulcesi, ora sono a tutti gli effetti studenti di Medicina e potranno realizzare il sogno di indossare il camice bianco.

Roma, 3 ottobre 2022 – Qualche giorno fa sono state pubblicate le graduatorie per l’accesso alla Facoltà di medicina. Come atteso, 3 aspiranti medici su 4 sono stati “bocciati”. Sugli oltre 65mila partecipanti sono solo circa 14mila ad aver raggiunto l’obiettivo. Ora più di 50mila studenti sono costretti a passare al “piano B”: oltre a cambiare facoltà o riprovare di nuovo i test, c’è una terza via. Si tratta del ricorso, un’opzione che grazie al sostegno legale di Consulcesi ha già permesso ad alcuni studenti di entrare nella Facoltà di Medicina nonostante non avessero superato la prova d’ingresso. 

Infatti, proprio di recente il Consiglio di Stato accogliendo il ricorso presentato da alcuni studenti ha permesso loro di scriversi definitivamente alla facoltà di Medicina e realizzare finalmente il sogno di diventare medici. “E’ una vittoria importante contro un sistema ‘malato’, come quello del numero chiuso, che ogni anno esclude decine di migliaia di studenti che sognano di indossare il camice bianco”, sottolinea Massimo Tortorella, presidente di Consulcesi. “Gli studenti che hanno deciso coraggiosamente di non rassegnarsi agli esiti negativi di un sistema di selezione sbagliato, che non premia il merito, ora possono raccoglierne i frutti e continuare serenamente il percorso accademico scelto”, aggiunge.

Prima della sentenza gli studenti ricorrenti erano iscritti a Medicina con riserva. Questo ha permesso loro di seguire a tutti gli effetti il programma formativo previsto dalla facoltà scelta in attesa dell’ufficializzazione della loro iscrizione. Ora, nell’ammettere il ricorso, il Consiglio di Stato ha valutato in maniera positiva il brillante percorso accademico intrapreso dai ragazzi. Grazie al sostegno degli avvocati di Consulcesi, hanno dimostrato con i fatti che la loro esclusione dalla facoltà era stata un errore. “Per questo Consulcesi non smetterà di offrire il proprio appoggio a tutti gli aspiranti medici esclusi al test d’ingresso” evidenzia Tortorella. Gli studenti che ritengono di essere vittima di una grave ingiustizia possono infatti contattare dal sito i legali di Consulcesi che offriranno loro una consulenza sull’opportunità di avviare o meno l’azione di ricorso.

Nel frattempo, è stato pubblicato il decreto ministeriale 1107/22 che ha l’obiettivo di riformare, per il prossimo anno accademico, le prove per l’ammissione alla Facoltà di Medicina. Il decreto contiene le nuove modalità della prova di selezione che prevedranno un primo test già a partire dal mese di aprile 2023 in modalità cosiddetta TOLC (Test OnLine CISIA). Tuttavia, le procedure connesse alla graduatoria unica nazionale, e le modalità operative con le quali verrà formata sulla base dei punteggi dei TOLC, saranno disciplinate con un successivo provvedimento di competenza della Direzione Generale del Ministero dell’Università. Quello che sappiamo ora è che per partecipare ai test TOLC sarà necessario effettuare l’iscrizione sul portale cisiaonline.it. Il CISIA è il Consorzio Interuniversitario Sistemi Integrati per l’Accesso senza fini di lucro, formato esclusivamente da atenei statali e supporta le università nella realizzazione e nell’erogazione dei test per la verifica delle conoscenze funzionali all’accesso ai corsi di studio universitari. Per l’anno 2023 saranno fissate le date per le prove rispettivamente nei mesi di aprile e luglio, il calendario sarà definito entro novembre 2022 con un provvedimento del Direzione generale del ministero. I test saranno somministrati in presenza, presso la sede scelta dal candidato al momento dell’iscrizione, attraverso la piattaforma informatica CISIA, in postazioni ad hoc predisposte dagli atenei. Le credenziali di registrazione del portale daranno peraltro la possibilità ai candidati di accedere ad esercitazioni, corsi di formazione a materiale di orientamento, nonché, all’esito dei test svolti anche a confronto con i risultati in forma aggregata ottenuti dagli altri partecipanti.

Potranno accedere ai TOLC tutti gli iscritti al quarto o quinto anno di una scuola secondaria, nonché tutti coloro che sono in possesso di un diploma di scuola secondaria. La speranza è che in questo modo almeno per i più giovani si riducano le criticità e le perdite di tempo dovute alla ripetizione dei vecchi test annuali e aumentino le possibilità di entrare a medicina. “Aspettavamo da molto tempo una riforma del vecchio sistema”, evidenzia Tortorella. “Ancora non sono chiare le modalità operative e i criteri in base ai quali sarà stilata la graduatoria. Consulcesi continuerà a seguire con attenzione – continua – ogni nuovo aggiornamento sull’argomento sempre nell’interesse dei ragazzi aspiranti medici”. 

Con il servizio Numero Chiuso, Consulcesi ha messo a disposizione un canale dedicato gratuito attraverso cui i ragazzi possono segnalare irregolarità, riportare dubbi e perplessità e contattare tempestivamente i legali Consulcesi per una consulenza gratuita.

Guerra in Ucraina: Consulcesi mette in salvo 12 donne e bambini, per loro rifugio e assistenza

Allestiti tre appartamenti con giardino a Valmontone, a Roma.  1.829 i chilometri percorsi in tre giorni dai van Consulcesi per consegnare beni  e portare in Italia le vittime del conflitto

Sono manager, consulenti legali, studentesse, ma da quando è scoppiato il conflitto sono mamme terrorizzate per il destino dei propri figli. Grazie al progetto Consulcesi4Ucraine, sei donne e sei bambini ucraini sono riusciti a scappare dagli orrori della guerra e a trovare rifugio in Italia. Dai primi di marzo, alloggiano in una villa con tre appartamenti a Valmontone, in provincia di Roma e usufruiscono di assistenza alimentare, sanitaria e ricreativa. L’attivazione del servizio wi-fi, grazie all’intervento del Sindaco di Valmontone, sta consentendo ai bambini di seguire la didattica a distanza. Il supermercato Conad di Valmontone sta offrendo generi alimentari per il sostentamento quotidiano. Durante le festività di Pasqua, sebbene il cuore di tutti resti rivolto al loro Paese martoriato e in attesa che questo dramma giunga presto al termine, le famiglie accolte hanno potuto godere di un momento di serenità con una visita organizzata a San Pietro e una scampagnata romana. 

“Gli stiamo offrendo il maggior aiuto possibile, cerchiamo di farli sentire a casa e di alleviare il dolore provocato dalla guerra” – ha commentato Simone Colombati, Public Affairs Director di Consulcesi Group – “Potranno stare da noi finché vorranno e stiamo lavorando per un’accoglienza di lungo periodo, anche se ci auguriamo che possano tornare alle loro abitazioni, perché ciò significherebbe che questo scempio sarà finito” conclude Colombati.

Guarda video:  UCRAINA Valmontone new – YouTube  

A fare da ponte per attivare la rete di solidarietà è stata l’Associazione cristiana degli ucraini in Italia che ha messo in contatto Consulcesi con le famiglie di rifugiati e ha assistito l’azienda leader nella formazione dei medici e operatori sanitari nella consegna di un carico di beni di prima necessità al confine con la Polonia. In soli tre giorni, sono stati ben 1.829 i chilometri percorsi dai van messi a disposizione da Consulcesi per consegnare 60 scatoloni contenenti gli aiuti umanitari della popolazione italiana in Ucraina da Roma alla città di Medyka, Polonia al confine con Ucraina e per caricare i rifugiati.

Consulcesi è da sempre al fianco degli ultimi con diversi progetti in vari ambiti d’intervento, dagli ospedali nei Paesi in via di sviluppo al sostegno ai bambini oncologici. “E’ proprio per dare completezza alla nostra volontà di aiutare che presto nascerà la Fondazione del gruppo Consulcesi. Tra i suoi numerosi obiettivi, saremo impegnati nell’implementazione di progetti che abbiano la formazione, l’educazione sanitaria e la salute delle persone al centro”, ha commentato Massimo Tortorella, Presidente Consulcesi. 

Covid, Rasi (Consulcesi): “Per medici di famiglia meno burocrazia e più formazione”

“É tempo di sviluppare e applicare un sistema formativo moderno ed efficace, che sfrutti le possibilità offerte dalla tecnologia”

Roma, 29 apr. – “È una terapia delicata che comprensibilmente desta timori tra i medici di base, ma la decisione dell’Aifa è necessaria e certamente appropriata”. Queste le parole di Guido Rasi, Responsabile Scientifico Consulcesi di fronte all’autorizzazione dell’Agenzia Italiana del Farmaco alla prescrizione degli antivirali per Covid-19 da parte dei medici di medicina generale, raccolte dal quotidiano Sanità Informazione.

La recente decisione dell’Agenzia Italiana del Farmaco ha messo in allarme molti professionisti della salute che temono un ulteriore carico di incombenze burocratiche e una nuova, grande responsabilità legata alla gestione di una terapia tanto cruciale. Per Rasi però, la delibera potrebbe essere un’occasione per riportare i medici di base al centro del processo d’innovazione della sanità nazionale ma, avverte, “solo se a questi viene garantita una formazione continua e innovativa”. 

“Se in parte condivido le preoccupazioni di molti colleghi nella somministrazione delle nuove cure, in quanto delicate, d’altra parte ritengo che i medici di medicina generale sono laureati in medicina e previo specifico aggiornamento professionale possono e devono avere la possibilità di prescrivere qual-siasi farmaco”, dichiara Rasi.

“Anzi – aggiunge – l’inclusione di questi nella gestione degli antivirali può essere il primo passo verso la correzione di un errore di sistema che ha portato alla progressiva esclusione dei medici di famiglia dall’innovazione”, aggiunge l’esperto.

Secondo l’ex numero uno dell’EMA, per decenni in Italia, è prevalsa un tipo di politica più farmacoeconomica che famacoclinica che tendeva a limitare la prescrizione dei farmaci all’ambito specialistico.

“Ritengo che la gestione di un nuovo farmaco debba evolvere, passando dall’iniziale prescrizione a carico degli specialisti al progressivo ampliamento tra i medici di medicina generale, andando così a potenziare l’efficacia dell’assistenza territoriale, asse portante del sistema sanitario nazionale”, continua Rasi.

Ma l’innovazione delle cure deve necessariamente andare di pari passo l’innovazione della formazio-ne, elemento che permette di governare e mantenere il pieno controllo su queste.

“Quando parliamo di formazione si pensa subito a pesanti tomi da studiare e valutare. Ma con la rapidità con cui oggi possono correre le informazioni, è necessario puntare su un aggiornamento professionale continuo, specifico, veloce e di semplice accesso.

É tempo di sviluppare e applicare un sistema formativo moderno ed efficace, che sfrutti le possibilità offerte dalla tecnologia integrando a studi e ricerche, video e materiali interattivi, favorendo la creazione di verifiche accurate ma anche più rapide e mirate”, aggiunge l’esperto.

La pandemia da Covid-19 ha dimostrato quanto sia vitale la tempestiva condivisione del sapere che progressivamente andava accumulandosi, permettendo un’altrettanta tempestività e uniformità nella gestione del contagio. 

“Se tutto questo fosse stato messo a sistema già dall’inizio della pandemia, sono convinto che avremmo potuto contare sull’aiuto di un più numeroso esercito di professionisti ben radicati nel loro territo-rio”, commenta Rasi. 

“Ma con i se e con i ma non possiamo cambiare il passato. Tuttavia, possiamo fare meglio per il futuro. I medici di medicina generale – o almeno così mi auguro – possono iniziare ad uscire da quell’isolamento burocratico in cui sono stati relegati ormai da molto tempo.”

L’autorizzazione ai medici di medicina generale di prescrivere gli antivirali può essere quindi un’opportunità per tutti, a partire dai pazienti che potranno così accedere più facilmente e velocemente ai trattamenti contro il Covid-19, prevenendo l’ospedalizzazione e contribuendo a ridurre la mortalità.

“Stiamo parlando di un cambiamento importante che potrebbe andare ben oltre questa emergenza sanitaria. Ma è un cambiamento che va gestito e governato con coscienza, conoscenza e formazione e continua, riducendo le incombenze burocratiche che troppo spesso rallentano e complicano il lavoro dei professionisti”, conclude Rasi.

Consulcesi – Massimo Tortorella

Salute: quasi 1 donna su 2 ha problemi con il sesso. É tempo di “divulvare”: arriva il nuovo corso Consulcesi per formare i camici bianchi

Dal dolore durante i rapporti sessuali, a contrazioni involontarie dolorose dei muscoli intorno alla vagina, fino alla mancanza di desiderio e problemi con l’eccitazione o l’orgasmo. Sono molte le questioni che spesso vengono lasciate irrisolte nella sfera intima: in Italia, tra il 30% e il 50% delle donne presenta problemi sessuali nel corso della vita. Eppure, le diagnosi legate a questi disturbi impegnano molti anni prima di essere effettuate, spesso non lo sono affatto. Tra le cause principali di una non cura della sessualità, ci sono “tabù” e false credenze che ancora circolano tra l’opinione pubblica come tra i professionisti della salute. 

A dirlo, con studi ed esperienza dalla sua, è Violeta Benini, “ostetrica poliedrica” esperta in rieducazione e riabilitazione del pavimento pelvico, nota alla community online come la “Divulvatrice” che insieme a Consulcesi e Massimo Tortorella propone un nuovo corso per formare il personale sanitario sulla sessualità.

Su oltre 6000 donne intervistate da Violeta Benini tra le quasi 200mila persone che la seguono su Instagram “il 31% dichiara di essere stata giudicata negativamente o di aver avuto prestazioni sanitarie limitate quando riferiva di essere ancora ‘vergine’”, racconta la Divulvatrice.

“È preoccupante sapere che molte persone che non hanno avuto esperienze sessuali, si vedono ancora, ingiustamente e senza basi scientifiche, negate visite genitali approfondite. Niente di più scorretto, ma questo è solo uno dei tanti esempi di un’assistenza sanitaria inadeguata legata ad un’appropriata formazione, soprattutto sui genitali femminili”. 

Il corso “Anatomia e sessualità femminile: abbattiamo i tabù” si propone di formare medici, in particolar modo ostetriche e ostetrici, e personale sanitario proprio su questi e sulle disfunzioni sessuali che possono riguardarli, approfondendo cause e conseguenze. 

Le cause? Possono essere molteplici e coinvolgere altre patologie e condizioni. Si va dall’uso di sostanze o farmaci, a squilibri ormonali, interventi ginecologici subiti, esperienze pregresse, lesioni nella zona pelvica, violenza domestica fisica o psicologica, stress, obesità, e una moltitudine di altri fattori.  

“I medici e il personale sanitario devono conoscere le relazioni tra queste diverse patologie e le loro cause per poter essere in grado di assistere le persone e indicare loro la strada più breve verso il benessere fisico e quindi psicologico a questo connesso”. 

“Ma la formazione, così come una maggiore consapevolezza sessuale tra l’opinione pubblica in Italia deve ancora passare attraverso la rottura di tabù e pregiudizi. Nuovo modo di guardare e comunicare problemi legati alla sessualità è necessario e non può che partire da quella che dovrebbe essere la prima linea di difesa quando si tratta di salute. Perché troppo spesso ci dimentichiamo che la cura della sessualità è salute”, conclude la Divulvatrice.

Inizia a rompere il ghiaccio (e false credenze) con la divulgatrice, Consulcesi, attraverso una diretta Instagram lunedì 21 marzo alle ore 14 sul canale https://www.instagram.com/consulcesiclub/?hl=it.  

Si parlerà di cosa significa e come raggiungere una “sessualità consapevole”, di discriminazioni e pregiudizi e come riconoscerli e scavalcarli quando si tratta di salute, genere, sesso e tanto altro.

La Divulvatrice

Violeta Benini si definisce un’ostetrica “poliedrica”, nonché “guru delle coppette mestruali”. Sicuramente un’ostetrica atipica perché, come dice lei, non si occupa di far nascere bambini e non segue le gravidanze, ma è specializzata nella rieducazione e riabilitazione del pavimento pelvico, con maggior interesse per il dolore pelvico e disfunzioni sessuali. Ha inventato metodi ed esercizi mirati per la rieducazione funzionale dei muscoli del perineo e attraverso i suoi canali social dispensa in modo chiaro e diretto consigli per capire e vivere meglio con la propria sessualità. 

Specializzata in Sessualità Consapevole, accoglie i suoi pazienti nei suoi studi di Livorno e Milano, oltre ad avere all’attivo numerosi corsi per professionisti e non, attraverso cui si prende “cura della donna nella sua totalità, dal menarca alla menopausa, aiutandola ad aumentare la consapevolezza di se stessa e a ritrovare il proprio equilibrio”.

Il suo libro “Senza Tabù: il mio corpo (come funziona) il piacere (come si fa)” (Fabbri Editori, 2020) è considerato un manuale “entry level” sulla sessualità adatto a tutti, “dai 18 agli 80 anni”.  Al suo interno, la Divulvatrice sfata miti e rompe tabù: dall’identità di genere alla salute della vulva, tutto ciò che c’è da sapere sul sesso e sul piacere.

Consulcesi 

Azienda impegnata da oltre 20 anni nella formazione ECM e nella offerta ai medici e al personale sanitario di servizi legali e assicurativi. È presente in Italia e in altri quattro Paesi europei e fornisce news e approfondimento su sanità e salute attraverso la sua pubblicazione online Salute Informazione.

Da Consulcesi il corso Ecm “Imparare dal Covid-19: le conseguenze psicologiche da isolamento e didattica a distanza”

La pandemia ha completamente stravolto il modo di vivere dei giovani, “innescando” conseguenze importanti, sia sul piano psichico individuale che collettivo. L’introduzione della didattica a distanza, infatti, ha modificato non solo il metodo di apprendimento, ma anche il modo di vivere le relazioni sociali. Il lockdown, in molti casi, ha portato ad un allontanamento da persone amate e all’isolamento sociale. Chi è tornato a scuola in presenza perciò, si è trovato a fare i conti con l’angoscia di non saper affrontare un ambiente nuovo, la paura di non essere accettati dal gruppo, ma anche con l’ansia di tornare in un contesto che non si frequenta da almeno 2 anni e al quale ci si è disabituati. A tutto questo poi, si somma la paura di essere contagiati.

Cattiva alimentazione, dispersione scolastica, eccesso di sedentarietà, sono solo alcuni degli “effetti collaterali” della DAD, come spiega Maria Cristina Gori, neurologa psicologa e docente del Corso Ecm realizzato da Consulcesi per pediatri, psicologi e altri operatori sanitari dal titolo “Imparare dal Covid-19: le conseguenze psicologiche da isolamento e didattica a distanza”. 

Il corso si propone di fornire non solo le informazioni scientifiche in merito agli effetti del distanziamento sociale sulle giovani generazioni, sui genitori e sugli insegnanti, ma anche gli strumenti adeguati per comprendere le conseguenze psichiche della deprivazione sociale e quali sono le strategie da adottare per affrontare questo evento, anche a livello didattico. La pandemia, infatti, ha messo in luce le criticità del sistema scolastico, ma anche le opportunità della DAD, come mezzo di apprendimento alternativo, nonostante l’assenza di interazione fisica.

Il corso di Consulcesi è composto da video-lezioni, corredate da materiali didattici di approfondimento e prevede il superamento di un test di verifica. Al termine del corso i partecipanti saranno in grado di rilevare le modifiche psichiche individuali e collettive dei giovani all’evento traumatico della pandemia, nonché gli strumenti più idonei nella promozione di una educazione efficace.

Come spiega la Gori: “Ogni passaggio di grado scolastico richiede un diverso approccio allo studio e alle nuove materie. Ogni inizio prevede un rischio di imprevedibilità. Se poi le imprevedibilità sono molteplici, il quadro si complica ancora di più. Se l’imprevedibilità non riguarda solo il nuovo ciclo di studi, ma anche le modalità con cui può avvenire la frequenza, tutto si diviene più complesso. Sarò in grado di tollerare tanti stimoli nell’aula? Di tenere i media silenziati? Di tenere la mascherina? Di andare d’accordo con tutti? Di stare nel silenzio o nel chiasso di un’aula per tanto tempo, senza la possibilità di spegnere un interruttore e di allontanarmi? Il mio metodo di studio sarà adeguato ai nuovi ritmi?”.

Ecco quindi, l’importanza di approfondire gli studi relativi alla deprivazione sociale per comprendere meglio il funzionamento della mente in situazioni di incertezza, come la pandemia, e di riconoscere i comportamenti disfunzionali di fronte a eventi imprevisti.

Consulcesi Onlus in Eritrea al fianco dei pazienti nefrologici

In Eritrea, fino a poco tempo fa, non esistevano centri di dialisi e la gente moriva o era costretta ad emigrare in altri Paesi. In Eritrea, si stima che i pazienti nefropatici siano 1 ogni 1000 abitanti e quindi circa tremila pazienti. Oggi invece, grazie agli aiuti di Consulcesi Onlus e all’incessante attività dell’Associazione Medici Volontari, esistono ben tre centri dialisi, con venti posti letto e cinque macchinari per dialisi ad Alta Efficienza

Secondo L’OMS (Organizzazione mondiale della Sanità), le nefropatie, insieme a diabete, ipertensione e malattie cardiovascolari, sono responsabili del 60% dei decessi nei Paesi sviluppati e dell’80% in quelli in via di sviluppo. In Eritrea, come in gran parte dell’Africa, vi è carenza di nefrologi ed è importante sviluppare la capacità di diagnosi precoce e aumentare la possibilità di curare le patologie renali. Curare le malattie deve essere un diritto per tutti e non solo per chi se lo può “permettere”.

Tra luglio e agosto, infatti, nella missione estiva 2021 dell’Associazione Medici Volontari (As.Me.V) supportata da Consulcesi Onlus, sono state installate tre nuove apparecchiature per la dialisi ad Alta Efficienza, arrivando a cinque il numero delle macchine di ultima generazione. Da oggi quindi, i medici avranno la possibilità di effettuare in modo strutturato terapie dialitiche ad alta efficienza. Sempre grazie al contributo di Consulcesi, il 3 dicembre 2019 è stata effettuata la prima dialisi ad Alta Efficienza su un paziente in Eritrea e la Onlus ha finanziato in passato la costruzione di tre centri dialisi attivi all’Orotta Hospital e al Sembel Hospital, con 8 posti reni l’uno e 30 macchine, ed un terzo centro con 4 posti. 

Un sostegno prezioso, quello di Consulcesi Onlus, che negli anni ha salvato la vita di migliaia di pazienti nefrologici in Eritrea, anche grazie al lavoro di squadra con l’Associazione Medici Volontari Calabria, che dal 2005 è in contatto con il Ministro della salute locale eritreo. Buona parte del merito è da attribuire al nefrologo Roberto Pititto, uno dei fondatori dell’Associazione, che insieme al suo team porta avanti un programma di educazione continua in medicina, che ha permesso a decine di medici e infermieri locali di utilizzare le sofisticate apparecchiature per emodialisi e la manutenzione e riparazione dei reni artificiali.

Consulcesi Onlus è nata dalla volontà di Consulcesi, la più grande realtà medica in Europa, di mettere a disposizione del prossimo le sue competenze. Da sempre, infatti, è al fianco di adulti e bambini che vivono in contesti difficili, dall’Asia all’Africa, senza tralasciare l’Italia, dove la sanità è carente o del tutto assente. Un progetto che continua a portare avanti con dedizione e passione, anche grazie all’impegno personale e alla generosità dei suoi medici, sempre in prima linea in scenari d’emergenza, vicini alle comunità colpite da catastrofi naturali, devastate dalle guerre, costrette a lasciare le proprie terre verso le nostre per guadagnarsi un altro futuro.

I centri di dialisi sono riusciti a trattare centinaia di pazienti cronici dializzati e tantissimi acuti, ormai guariti, ma tanti sono ancora senza cure. 

Test Medicina: piano B per 4 studenti su 5, oltre la metà rinuncia al sogno del camice

Massimo Tortorella, presidente Consulcesi: “C’è un’altra strada, quella del ricorso, che porta all’ammissione alla Facoltà di Medicina”. I termini per la presentazione dei ricorsi scadono il prossimo 28 ottobre

Anni passati a sognare e studiare per un camice bianco e soli 90 minuti per distruggere tutto. È così che 4 aspiranti medici su 5 sono costretti a passare al piano B: scegliere un’altra facoltà e quindi studiare per una professione diversa; frequentare una facoltà affine a Medicina per poi ritentare la fortuna l’anno seguente; fuggire dall’Italia cercando di inseguire il proprio sogno lontani da casa. Sono queste le opzioni rimaste ai 45mila candidati alle facoltà di Medicina che non hanno superato la “lotteria” dei test d’ingresso. Secondo un’indagine condotta da Consulcesi, oltre il 60 per cento dei candidati esclusi si rassegna e si iscrive a una facoltà diversa da quella sognata. Il 20 per cento inizia a studiare con l’obiettivo di riprovare i test l’anno successivo e il 10 per cento va a studiare all’estero. I restanti optano per un anno sabatico o addirittura rinunciano definitivamente alla laurea. “Ma c’è un’altra strada, quella del ricorso, in cui lo studente, non di rado vittima di irregolarità durante la prova, può riuscire a entrare alla Facoltà di Medicina così come ha sognato e lavorato per anni”, suggerisce Massimo Tortorella, presidente di Consulcesi. Ma questa opzione ha una scadenza, il 28 ottobre. C’è tempo, infatti solo fino a dopodomani per presentare formale ricorso. “Un’impresa su cui il network legale Consulcesi/Numero chiuso ha maturato una lunghissima esperienza, riuscendo a ottenere risultati importanti per molti aspiranti medici che possono oggi definirsi ex-esclusi”, sottolinea Tortorella. È ingiusto che uno studente meritevole venga penalizzato da una prova ‘a crocette’ del tutto non idonea a selezionare i candidati migliori. E non è giusto che in un paese che da anni presenta una grave carenza di operatori sanitaria, migliaia di aspiranti camici bianchi vengano escluso. È per questo che da anni offriamo il nostro supporto legale”, aggiunge. 

Per informazioni è possibile accedere allo Sportello Informativo www.numerochiuso.info/ o chiamare il numero verde 800189091.

Medicina: da Consulcesi il “manuale di sopravvivenza al Test per non cadere nel tranello delle risposte multiple

Il nemico numero uno sono i distrattori. Online il corso interattivo gratuito che spiega agli aspiranti medici come farsi più furbi, non lasciarsi ingannare e come preparare il rush finale 

Manca poco meno di un mese alla “prova della vita” degli oltre 77mila aspiranti medici che il prossimo tre settembre dovranno affrontare le temutissime 60 domande a risposta multipla per entrare alla Facoltà di Medicina e Chirurgia. Ma spesso una solida preparazione non basta. Quello che serve è anche una strategia precisa da seguire nei 100 minuti della prova. La posta in gioco è alta. Per questo Consulcesi ha lanciato un corso online gratuito dal titolo “Guida di sopravvivenza al test di Medicina 2021“, nell’ambito del quale vengono dati preziosi consigli pratici su come prepararsi alla prova. La Guida è disponibile al sito Numerochiuso.info. 

Il corso si concentra sul rush finale, consigliando i metodi di studio più efficaci per le ultime settimane, i testi a cui affidarsi per il ripasso ma anche come organizzare il tempo senza tralasciare quello per il proprio benessere psico-fisico.  Il manuale di “rapid learning” dispensa  informazioni pratiche e operative per avere più chance di superare il test: dagli argomenti e dai testi su cui concentrarsi negli ultimi giorni di studio all’importanza di svolgere il maggior numero di simulazioni; dalla struttura della prova ai punteggi che vengono assegnati per le risposte giuste, quelle sbagliate o quelle non date; dalla gestione del tempo che si ha a disposizione al metodo da utilizzare per non lasciarsi ingannare da “trappole” e “distrattori”, nemico numero uno dei candidati. Si tratta di quelle risposte che, pur presentando un grado variabile di plausibilità, risultano errate. Saperli riconoscere tanto quando si svolgono le simulazioni, quanto soprattutto nel giorno della prova, è fondamentale per ambire a ottenere il più alto risultato possibile. Imparare a riconoscere i distrattori significa, anzitutto, diventare capaci di analizzare i termini più comuni utilizzati nei quiz e capire, dunque, come cambia il loro significato all’interno di un determinato quesito. I distrattori possono essere suddivisi fondamentalmente in quattro categorie:

1) distrattori banali. Tra le risposte proposte nel quesito, quelle che sono errate in modo palese;

2) distrattori deboli. Tra le risposte proposte nel quesito, quelle che si possono scartare con alcuni semplici ragionamenti;

3) distrattori forti: tra le risposte proposte nel quesito, quelle che hanno una maggiore capacità di “attrarre” su di sé l’attenzione del candidato. In pratica, a differenza di un distrattore debole, un distrattore forte è molto più simile alla risposta corretta. Questo genere di distrattori si può riconoscere, e dunque scartare, cercando “appigli” e “parallelismi” nella lettura complessiva del quesito. Il problema è che, il giorno della prova, ci saranno poche manciate di secondi per soffermarsi su questo tipo di ragionamenti. Per ogni domanda il tempo a disposizione è circa un minuto e mezzo.

4) distrattori fortissimi. Tra le risposte proposte nel quesito, quelle che non si possono scartare utilizzando particolari tecniche o tipologie di ragionamento.

Conoscerne i vari tipi è il primo passo per non cadere nel tranello. Ma nel corso di Consulcesi vengono elencati una serie di trucchi utili e battere le temutissime “risposte a crocette”:

1) Leggere sempre bene il quesito e tutte le opzioni proposte prima di rispondere. 

2) Spesso il quesito impone di scegliere non l’alternativa corretta, ma quella più corretta tra quelle proposte.

3) Attenzione alle negazioni. Quesiti di questo tipo sono, ad esempio: “Determinare quale dei seguenti interi NON è una potenza perfetta”, oppure “Quale di queste affermazioni NON è errata?”. Di fronte a quesiti di questo tipo è facile lasciarsi ingannare. Durante la prova spesso può infatti capitare di essere troppo concentrati nell’individuare l’opzione corretta, al punto da perdere completamente di vista cosa chiede realmente la domanda.

4) Ragionare per esclusione. La maniera più semplice per risolvere i quesiti con i distrattori è iniziare a eliminare quelli forti e avvicinarsi così alla soluzione per esclusione.

5) Calcolo rapido senza calcolatrice. Per effettuare correttamente dei calcoli rapidi, la “chiave” è visualizzare i numeri come una somma oppure una moltiplicazione di numeri più semplici. Ad esempio, moltiplicare per 11 può risultare particolarmente complesso. Se invece optiamo per moltiplicare per 10 e poi aggiungere il numero di partenza, l’operazione sarà molto più immediata da svolgere. Lo stesso vale se dobbiamo moltiplicare per 19: possiamo moltiplicare per 20 e poi sottrarre il numero di partenza. Idem la moltiplicazione per 20: basta sommare due volte il numero di partenza moltiplicato per 10.

6) Terne pitagoriche. Di fondamentale importanza è anche imparare a memoria le terne pitagoriche, vale a dire tre numeri tali che la somma dei quadrati dei due numeri più piccoli è uguale al quadrato del numero maggiore, ragione per cui soddisfano il Teorema di Pitagora. La memorizzazione delle terne pitagoriche può rivelarsi utile nello svolgimento di quiz di geometria o di logica. Ad esempio, se capita di dover risolvere un problema con un triangolo rettangolo, invece di perdere tempo a sviluppare tutto il Teorema di Pitagora, ricorrendo alle terne pitagoriche che si sono memorizzate si può identificare molto più velocemente la risposta corretta.

7) Esercizi di logica. Nel test di ammissione è inevitabile imbattersi in alcuni esercizi di logica in cui al candidato viene chiesto di capire, ad esempio, fra quanto tempo diverse azioni che si svolgono con tempistiche diverse andranno a verificarsi di nuovo nello stesso momento. Esercizi come questo possono essere semplificati attraverso il processo di scomposizione. In pratica, per arrivare al risultato finale, basterà scomporre gli elementi indicati nel quesito in fattori primi. Sempre per ciò che concerne i quesiti di logica, spesso i distrattori sono nascosti in esercizi in cui si parla di persone che comprano oggetti a un prezzo scontato e rispetto ai quali viene chiesto di calcolare il prezzo originale.

8) Cultura generale. Guardare il telegiornale più volte al giorno, leggere i giornali, consultare i siti di news e approfondimenti, ascoltare i giornali radio. E ancora: fare dei cruciverba, perché aiutano a memorizzare nozioni di cultura generale e linguistica, a rispondere in modo puntuale e immagazzinare nuovi vocaboli; controllare se nell’anno in cui si partecipa al test di ammissione cadono particolari anniversari; tenere a mente eventi e manifestazioni con cadenza periodica regolare (ad esempio Expo, Olimpiadi eccetera); guardare film basati su fatti storici o personaggi noti.

Ufficio stampa Consulcesi, Massimo Tortorella

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Test di ammissione per le facoltà di Medicina ed Odontoiatria: Consulcesi al fianco degli studenti con il vademecum per affrontare la prova

Aspiranti studenti di Medicina ed Odontoiatria impegnati sui libri, nonostante le vacanze ed il periodo di vacanza, per la preparazione ai test d’ingresso alle facoltà mediche. I bandi di iscrizione sono scaduti e, nel corso della preparazione al test d’ammissione, molti sono i dubbi e le incertezze, che accompagnano i ragazzi nell’interpretare il testo del bando stesso. A tal proposito, il pooI legale Consulcesi, da oltre vent’anni a supporto dei professionisti del settore medico e socio – sanitario, fornisce consigli e suggerimenti agli aspiranti studenti delle facoltà di Medicina ed Odontoiatria, in relazione al test di ammissione che sono chiamati ad affrontare. Quest’anno, il team Consulcesi ha organizzato un webinar dal titolo “Al bando i dubbi!”, lanciato proprio nei giorni caldi durante i quali i ragazzi erano tenuti a presentare la domanda per la partecipazione al test d’ingresso. 

Il Business Legal Manager Consulcesi, Bruno Borin, insieme a Sara Saurini, Legal Communication Manager, proprio nel corso del webinar hanno spiegato: “Nei diversi anni di attività, abbiamo spesso preso in carico situazioni di esclusione dall’ammissione per vizi di forma legati al bando e, quindi, alla presentazione della documentazione necessaria”. 

Proprio per questo motivo, hanno aggiunto i due esperti legati al team Consulcesi, con il webinar “diamo delle risposte alle domande più frequenti al fine di aiutare tutti coloro che trovano difficoltà ad accedere all’iscrizione al test a numero chiuso di medicina”. Una prima precisazione riguarda la presentazione della domanda di ammissione al test, che si considera completata e conclusa solo con il pagamento della quota di iscrizione e la cui scadenza è stata il 2 agosto. Il test di ammissione consiste in una prova unica per Medicina e Odontoiatria, uguale poi in tutte le sedi d’esame. In particolare, la prova è costituita da 60 domande a risposta multipla, che riguardano cultura generale, logica, chimica, biologia, fisica e matematica. Il tempo a disposizione è di 100 minuti ed è uno degli elementi fondamentali da tenere in considerazione, perché la prova possa essere svolta in modo proficuo ed adeguato. Il test si terrà venerdì 3 settembre alle ore 13, ma prima di iniziare il test sarà necessario acquisire delle informazioni preliminari di fondamentale importanza. Il primo passo è quello di controllare il sito dell’ateneo in cui si andrà a svolgere la prova, al fine di prendere informazioni sulle misure anti-contagio, messe in pratica il giorno del test perché, se i contagi dovessero crescere, potrebbero essere più severe e rigide. Giunto il giorno della prova, sarà necessario arrivare con un buon anticipo, per poter essere sottoposti ai controlli anti Covid previsti in ogni singola Facoltà ed evitando di non arrivare in tempo o di dover fare tutto di fretta. Prima di arrivare sul luogo della prova, è importante controllare i documenti di riconoscimento e la loro effettiva validità. Prima di iniziare a svolgere il test, ogni candidato è chiamato a controllare l’integrità della busta che contiene la prova, provvedendo a denunciare una qualsiasi anomalia. I candidati che avranno ottenuto un punteggio uguale o superiore a 20 entreranno nella graduatoria. Infatti, ogni risposta giusta avrà un valore pari a 1,5 punti, mentre per ogni risposta sbagliata verrà applicata una penalità di 0,4 punti. Invece, se il candidato eviterà di rispondere, l’omissione avrà un valore pari a 0 e, in caso di incertezza, sembra la strada migliore da seguire. Il massimo punteggio che si può conseguire è 90 ma, nel caso si registri una parità, si ricorre ad alcuni criteri particolari per effettuare la valutazione. Le diverse materie d’esame hanno un differente valore specifico e, proprio per questo motivo, sarà importante prestare attenzione ai quesiti ai quali si risponde. Infatti, logica e cultura generale avranno il peso maggiore cui seguiranno, in ordine decrescente biologia, chimica, fisica e matematica. Se anche in seguito a questa nuova valutazione c’è parità tra candidati, la scelta cadrà sullo studente più giovane. 

Infine, il 28 settembre è il giorno in cui avviene la pubblicazione della graduatoria dove, accanto a ciascun nominativo, il candidato troverà diverse denominazioni: “assegnato”, se la prova è stata superata e, in questo caso, sarà necessario effettuare l’immatricolazione entro 4 giorni; “prenotato”, se il candidato è rientrato nella seconda o terza scelta di facoltà, indicata nella domanda. In questo caso, è necessario procedere con la conferma del proprio interesse a restare nella stessa facoltà indicata, entro le ore 12,00 del quinto giorno successivo allo scorrimento della graduatoria, pena l’eliminazione dalla graduatoria stessa.